Profumo amaro di terra bruciata.
Silenzio forte di una luna cangiante.
Racconti di una vita passata…
Pavese aveva molto a cuore la sua ultima creazione, e io capisco perchè.
Tutto ha l’aroma di un’esistenza vissuta con la voglia di cambiare, di dare un senso a tutto questo.
Le montagne che fanno da ostacolo ed invogliano quel lento navigare.
Padroni e signori nella continua lotta per l’affermazione del potere.
La guerra, scenario immutabile e agghiacciante.
L’approccio alla lettura non è semplice. Affatto.
Parole dall’odore profondo ed intenso.
Misteri legati all’adolescenza.
Ad un mondo visto dalla parte dell’orfano. Dell’emarginato.
E poi l’America. La salvezza di pochi. La rinuncia di tanti.
Un paese che ancora aspetta.
Il racconto di chi ha avuto il coraggio di partire.
Gli occhi di chi non se n’è mai andato.
La voglia di riscatto verso chi ti ha trattato come bestia nel suo recinto.
L’amarezza di trovare un mondo che ha cambiato i suoi colori e la sua forma.
Una vita che raccoglie quello che l’esistenza è pronta ad offrire.
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Non ditelo a me…
Che quando ci sono mi sta stretto. E quando sono lontana mi manca.
E so che è sempre lì pronto ad accogliermi.
Come le braccia di mio padre. E le grida di mamma.
Luna
Splendida questa tua recensione 🙂
Silvia i tuoi commenti sono sempre i primi (in tutti i sensi!!!).
Sei fantastica!
Baci.
Luna
Ieri ero a casa mia, a Roma, in una libreria, volevo acquistare un libro da leggere durante il viaggio di ritorno verso la città dove abito, e ho preso in mano questo libro…poi, forse non è ancora il momento, lo sguardo si è posato su un’altro…questa tua recensione arriva a confermare che sarà uno dei libri da leggere…grazie, buona serata e serena domenica
lella
Assolutamente… contiene la dolcezza e l’amarezza del ritorno a casa…
Baci.
A presto!
Luna
Beh…Pavese…si commenta da se!
il mio primo amore…a 16 anni…lontanissimi.
ma ancora lo amo.
Brava!
Io a 16 anni forse non mi ci sarei approcciata…
😉
😦
Dai, ammetti che non è propria la lettura più semplice da fare a 16 anni…..
dipende dalle lettura…dai sei anni in poi…
io, diciamo, che …non mi sono fatta mandare niente!
😉
Io alle medie ho letto tutti i classici per conto mio… forse adesso leggendoli li vedrei in modo diverso!
🙂
sicuro!
I clsssici vanno letti…amandoli. Non studiando, per forza!
Vero!
Tipo I Promessi Sposi.. li ho letti solo quando nessuno più mi obbligava ad analizzarne i singoli capitoli..
brava!
Ora,però…cerca qualcos’altro…
qualcosa di più moderno!
ce n’è di meraviglie da leggere!
mi viene in mente un altro: Baumil Hrabal…delizioso!
(se me ne vengono in mente ancora…ti dico.)
e adesso…notte!
Oddio nomi strani!
Ok cara, notte e a presto!
Luna
Partenze e ritorni, viandanti di ieri e di oggi, emozioni sempre attuali.
Buon weekend Luna.
Grazie e buon fine settimana anche a te!
Fatti vivo più spesso!
Luna
Ciao Luna mia cara … abbi una serna giornata tvb Pif
Ciao Pif!!!!
Passa anche tu una bella domenica e se vuoi mi dici che pensi di questo libro!
C’è posta per te!
http://strangethelost.wordpress.com/2013/05/05/very-inspiring-blogger-award-liu-sei-stata-nominata/
Ciaooooooo
liù
Grazie Liù…
Questo premio non lo avevo ancora mai ricevuto.
Farò un post per ringraziarti!
Baci e se ti va magari mi dici che ne pensi di questo libro.
Luna
Splendida recensione del libro di Pavese,anche se lui non è ne partito e neppure ritornato .
Ha preferito non vivere più.
Un abbraccio
liù
Si questo è vero…
Dopo avere letto il libro ho curiosato sulla sua vita e scoprire che si è suicidato mi ha turbata un pò..
Non so perchè, ma dai suoi scritti ci vedevo un pò di speranza..
Cerco di non leggere quasi mai qualcosa che è stato scritto da una persona che sie è suicidata tipo Ernest Hemingway , Pavese o Primo Levi,Mi immedesimo troppo e penso a quello che avranno sofferto per arrivare alla suprema decisione di non voler vivere più .
Sento nei loro libri la loro sofferenza di vivere,il loro male oscuro.
Sei molto sensibile…. ma certi autori vanno proprio letti!
Bacioni Liù
Ho provato viva antipatia per Pavese quando ho letto “Il mestiere di vivere”, il suo diario. Però “I dialoghi con Leucò” sono una vetta della letteratura italiana.
Il mestiere di vivere l’ho comprato l’altro giorno. Ho letto poche frasi, ma molto significative.
A me ha disgustato la sua misoginia, però è stato certamente un grande autore.
Dovrò leggerlo più attentamente allora!
Io adoro Pavese.
a d o r o
Posto questa meraviglia…quando l’avevo scoperto ero rimasta di stucco: tra stupore e sbigottimento. L’ho amato ancora di più….
“Forse non tutti sanno che nella canzone Alice, Francesco de Gregori fa un riferimento abbastanza esplicito a Cesare Pavese.
“…e Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina
e rimane lì
a bagnarsi ancora un po’
e il tram di mezzanotte se ne va
ma tutto questo Alice non lo sa…
Si riferisce ad un episodio reale accaduto al giovane Pavese, ancora studente al ginnasio. È in questo periodo che si innamorò di una cantante ballerina che lavorava al caffè-concerto “La Meridiana”. Una sera prende il coraggio e le dà appuntamento per le sei del pomeriggio avendo avuto l’impressione nei giorni precedenti di risultare simpatico alla ragazza. Alle sei in punto il giovane è in attesa, ma la cantante non arriva né alle sei, né alle sette. Poi alle undici comincia a piovere e Cesare è sempre lì che aspetta e decide di tornarsene a casa solo a mezzanotte prostrato nel morale e nel fisico. Gli verrà pure una pleurite che lo costringerà a casa per tre mesi.
Chissà, penso, sia stato lì tutta la vita , sotto la pioggia ad attendere un amore, che lo liberasse dal suo vizio assurdo e sembra di rivederlo i capelli bagnati, l’acqua che gli riga il volto forse insieme ad una lacrima di rabbia e di dolore.”
eh….a me sta cosa ha fatto e fa, ancora, venire i brividi. gli uomini più delle donne, a mio parere, sanno essere di un romantico unico…se soffrono. 😉
buona domenica cara Luna, spero, di non aver fatto tardi al tuo richiamo…
un sorriso
.marta
Grazie per avermi fatto conoscere questo episodio della vita di Pavese..
Mi sembra quasi di vederlo…
Si.. gli uomini, come le donne, sanno essere romantici (ma pure bastardi!)…
Quanto sei colta Marta!
Assolutamente…no! non sono colta: solo molto curiosa.
Su twitter han preso una iniziativa straordinaria su questo libro di Pavese “La lune e il falò” han riportato su 140 caratteri le frasi più incisive del libro. E’ stato straordinario vederle poi raccolte su dei bigliettini tipi quelli sui famosi cioccolati.
Questo tipo di iniziative rendono il web molto più interessante….
Complimenti per la recensione!
ari-ciao
.marta
Ecco:
http://www.fondazionecesarepavese.it/news_dettaglio.php?id=41
Lo so ma con Pavese mi inviti a nozze…
Per chi vuole leggere “La luna ed i falò” può scaricarlo gratuitamente da qui: http://ebookbrowse.com/la/la-luna-e-il-fal%C3%B2
Vado a curiosare!
Grazie delle chicche che condividi con tutti noi!
Col passare degli anni però rimase sempre lo stesso.
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” si riferisce all’attrice Costance Dowling che conobbe a Roma e a cui dedicò “La luna e i falò”
Marta! Grande! Sai che non sapevo di questa citazione nella canzone di De Gregori? che poi i testi delle sue canzoni ho smesso da tempo di cercare di capirli 🙂
Eh Pavese….! Che grande amore! L’ho amato leggendolo da ragazza. L’ho amato riprendendolo da adulta. E poi lo scorso anno ho ripreso in mano ancora una volta i suoi libri. Lo leggerò ancora, credo. Questo tuo post è molto bello. Da di Pavese una visione assolutamente tua, personale, da lettrice attenta.
Grazie cara… le tue parole sono molto belle…
Marta ci ha suggerito dove scaricare gratuitamente il libro e il sito su Pavese….
Tutto questo per gli innamorati 😉
Grazie del tuo prezioso passaggio!
Luna
La prima volta l’ho letto tante lune fa, ero giovanissima e non l’ho terminato, amavo Pavese ma la mia giovinezza chiedeva qualcosa di meno “noioso”; l’ho ripreso una decina di anni dopo (sempre tante lune fa) e l’ho trovato bellissimo, anche se ho faticato a leggerlo: lento, insinuante nei personaggi, quasi psicologico; il ritorno storico fa affacciare nostalgia e malinconia. Un capolavoro sopratutto per chi ama la personalità non facile e la profonda interiorità di questo scrittore..
Sono assolutamente d’accordo… Pavese va assaporato e capito..
Grazie del passaggio cara e torna presto!
Luna
Luna le tue non sono recensioni…sono vere e proprie poesie! Brava brava brava!!
Bacio 🙂
Che sei carina tesoroooooooo
Pensa che di Pavese ho letto pochissimo e non ricordo nemmeno i titoli, non mi piaceva come scrittore, ma forse a quei tempi non ero pronta per i suoi libri.
Certo che come li descrivi tu i libri sembrano tutti molto belli!
Forse te l’ho già detto, non ricordo, ma perché non provi a scrivere un libro?
Ciao un bacio 🙂
Grazie gioia per le tue parole, sei molto carina..
Per il libro ci sto pensando da tanto, ma aspetto l’ispirazione.
Chissà quando…bho!
Baci e a presto!!!
Luna
Ottima recensione per un ottimo romanzo 🙂
Nel mio immaginario c’è una sorta di sfida tra Fenoglio e Pavese… e, nonostante li apprezzi molto entrambi, propendo per il primo. Però, insomma, chi discredita la letteratura moderna italiana non sa quel che dice…
Brava Luna!
Ops.. Fenoglio non lo conosco, cosa ha scritto di bello?
Mi accorgo che ho ancora davvero tanto da leggere!
Il mio preferito è “Una questione privata”, ma sono notevolissimi anche “La malora”, “La paga del sabato”, “Il partigiano Johnny”, “Primavera di bellezza”…
No no non lo conoscevo, ma ho fatto una ricerca superficiale e mi sembra un autore di spessore…. ti ringrazio per averlo proposto!
Purtroppo credo che sia un libro che sta nella mia libreria da sempre, in attesa di essere letto… e chissà perché non l’ho ancora fatto, non c’è una ragione particolare.
Buon inizio settimana!
Aprilo prima possibile!
Ciao splendida!
Luna
bellissimo libro, anche se ti lascia con un velo di malinconia. L’ho letto qualche tempo fa!
Vero… ma a volte è bella anche questa malinconia…
Baciiiiiii
Luna
che bel commento quello di tramedipensieri@ non sapevo del riferimento di De Gregori,
grazie!
Bello davvero…
Baci e grazie del passaggio!
Luna
Grande Luna, se continui così, dobbiamo inventaci nuovi aggettivi ( scherzo ma non troppo)
Felice giorno
Senty
Grazie Senty, sei sempre gentilissima!
Baci e passa una serena giornata…
Luna
Ciao Luna!
Ammetto che Pavese non è stato facile da approcciare, all’inizio mi sembrava che raccontasse una realtà dura, inaccessibile ad ogni spiraglio di luce, ma poi mi sono affezionata a questo autore, anche alla sua storia personale e sono contenta di non averlo abbandonato!
Hai fatto bene.. è sicuramente una lettura non facile, ma ne vale davvero la pena!
Baci cara Monique e a presto!
Luna
Ciao! Bella!! Scusa il ritardo.
Di Pavese ho letto “Il mestiere di vivere” e qualche poesia. In ogni caso, non questo che tu hai così magnificamente descritto. Il mestiere di vivere non altro che un diario scritto dal 1935 al 1950’. E’ una raccolta di pensieri, riflessioni, sensazioni.
Questa è un’attendibile descrizione, tratta dalla rete, che condivido in pieno:
Le prime pagine del diario, quelle del 1935, sembrano essere caratterizzate dalla riflessione teorica sul legame tra poesia e racconto, ma già nelle pagine del 1936 vengono resi precisi quei punti di forza che denotano una riflessione intima ma fortemente strutturata. Nelle parti successive ritorna il senso liturgico della sofferenza, inteso in senso laico, che è sempre rappresentato da un incontro umano e concreto che immancabilmente si risolve in una delusione. Nasce così, nelle pagine del suo diario, nel ripetersi crudele di questo schema, quel tratto misogino che gli fa usare spesso brillanti aforismi sulle donne. I suoi amori, pur nello slancio sia fisico che morale, sono amori impossibili perché si scontrano con quella sua forma di impotenza che lo fa soffrire e gli fa scrivere parole amare. Nella visione che Pavese ha della realtà non c’è possibilità di via d’uscita perché il dolore non serve a redimere.
Rimane quindi, per Pavese, la tattica della fuga nel tentativo di evitare un destino che non si può evitare.
A me Pavese turba molto perché m’immedesimo nel suo pensiero a tratti paradossale: quell’esigere dalla vita la felicità, in mancanza della quale, l’unica possibilità di uscirne vincitore è ribellarsi alla vita stessa attraverso il suicidio. E’ un pensiero autodistruttivo che si fa largo in me molto spesso. Un giorno, forse, ne farò un post, anche se mi è difficile parlarne senza urtare la suscettibilità di qualcuno, non essendo io coperto dall’anonimato.
“ Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, amore, disillusione, destino, morte “
Il tuo commento è molto bello, anche se parli di un argomento (suicidio) molto delicato e triste…. in effetti non ci sono parole adatte ad affrontare e a capire un gesto del genere…
Forse cercare la felicità non è davvero la nostra missione…. Forse è più appropriato non smettere di cercarla, affrontando tutte le circostanze del caso..
La felicità è un attimo… non è una vita…. è la vita…
Ti mando un bacione Tommy, grande grande..
Luna
Solo per caso ho letto questa tua risposta, che in effetti non è postata come risposta al mio commento (per questa ragione non mi è arrivata la notifica). In ogni caso stavo per perdermi il “bacione” più bello, sensuale, affascinante ed importante di wordpress. Ci camperò di rendita per tre mesi …. (che dici, ho esagerato un po’?)
Un pochino Tommy
😉
Le radici sono molto importanti, io purtroppo le ho perse in senso materiale, ma le ho radicate nell’animo e difficilmente le dimenticherò. E’ un po’ come tornare a casa, al sicuro tra le quattro mura, al calduccio, lontano da sguardi indiscreti. Sì, un paese ci vuole, anche solo per il gusto di andarsene via. 😉
Sono d’accordo caro Arthur….
Un paese ci vuole proprio…
Un abbraccio e a presto!
Luna
molto ispirata questa versione tua ,complimenti cara
Grazie.. il libro aiuta molto nei pensieri…
Baci!!!!
Luna
Sempre bravissima ad estrarre il “succo”, complimenti… penso che si abbia bisogno di metter radici e anche sradicati ne rimarranno sempre in quel terreno… un sorriso!
Le radici non possono essere veramente recise….
Baci caraaaaaa
A presto!
Luna
verissimo…
a te cara, a presto! gaia & co
😉
Certi libri letti in gioventù (e non apprezzati) bisognerebbe rileggerli in età adulta…
grazie 🙂
Decisamente si….
🙂
Che bella! Pavese con La casa in collina è stato il primo libro che ho letto “da grande”. Da quel momento ha un posto tutto suo fra i miei autori preferiti. Negli ultimi anni mi sembrava che fosse stato un po’ dimenticato ma forse a giudicare da tutti i commenti qui sopra non è così! Complimenti!
Grazie davvero!!!
Quella luna e quei falò hanno lasciato indimenticabili immagini anche a me. Ciao e a presto.
A presto!!!
Pavese è sempre stata una parte di me. Ma sono di parte: siamo conterranei!
http://akasadikatia.wordpress.com/2013/06/19/lungo-la-ferrata-verso-santo-stefano-belbo-prima-parte/
Letto!
🙂
Eheheh
😉
Quel romanzo è oro. lì dentro ci sono tutti i temi della poetica pavesiana, gli stessi già accennati in “mari del sud”: il mito, la radice, la terra. Già il titolo: “la luna”, “i falò”, chiari i riferimenti mitici, la cui presenza accompagna, seguendo il ciclo delle stagioni, le vicende del destino umano. L’eco è quello del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” leopardiano, dove l’astro offre uno spunto di riflessione sul senso della vita.
Il valore simbolico della luna è quello di evidenziare il ritmo interno dell’opera, attraverso un rapporto terra-cielo; nel primo elemento, si riflettono i bagliori dei fuochi accesi dai contadini durante le feste paesane, retaggio atavico di una cultura rustico-popolare legata ai riti della terra che, per il giovane, hanno rappresentato un momento magico di scoperta e possesso della vita.
I falò, i roghi delle offerte votive agli dei, cosa di cui parla non solo nel “mestiere di vivere”, ma anche nei più famosi “dialoghi”, l’incendio della Gaminella e il rogo di Santa.
Non si può non amare Pavese
Pavese ho imparato ad amarlo. Molto tenero.
senza contare la sua produzione poetica, semplicemente meravigliosa.
adoro “Il dio caprone”, quella è fantastica.
Non conosco, recupererò!