La solitudine è roba per tutti. Nessuno escluso.
Fa parte della vita, dell’esistenza umana, e fa paura.
Da tempo volevo leggere qualcosa di davvero profondo e sono contenta di essere incappata in questo saggio.
E’ un’opera di biografia che tocca le vite di molti artisti e fotografi famosi della New York di molti anni fa.
Personaggi insoliti e affascinanti, storie di bambini abusati, di legami irrisolti, di anime perse nel vuoto di una città soffocante.
Splendida la figura di Andy Warhol, genio eccentrico e tremendamente solo.
Fantasma di se stesso alla ricerca della creazione dell’opera perfetta, perfettamente incompleta.
Indagatori degli animi afflitti, cuori doloranti in corpi alla ricerca del movimento.
Il sesso un’arma usata per coprire la solitudine dell’interiore, spesse coltri di rabbia ricoprono i sensi ormai perduti negli albori del tempo.
Fratture inimmaginabili nascoste dal tram tram quotidiano, crepe dell’animo umano.
Pena, forse dolore per tutti loro.
Non si rimane indifferenti.
Lotte per i diritti civili, verso un manifesto che dice “No al silenzio, sì alle urla”.
Mai nascondere niente, tutto deve essere donato al pubblico.
Così si comincia a parlare dell’Aids, delle malattie che portano all’isolamento, al terrore del contagio da contatto, alla soppressione di tutti i desideri sessuali se animati da perversione.
La lettura di questo testo mi ha portato a conoscere tanti aspetti delicati sul tema della solitudine.
Il senso profondo dell’altro porta, a volte, una paura straziante dell’incontro.
Il perdersi dentro se stessi provoca disagio e conoscenza.
Senso cupo dell’arrendersi. Tremenda voglia dell’illusione dell’amore.
Amare, sparire nel diverso, fondersi negli altri.
Voglia del reale, dell’unione.
Da leggere. Nella solitudine delle proprie stanze.
O tra il senso perdurante della riconoscenza.
Luna
Sette anni di Luna. Grazie a voi.
Dedico la mia solitudine a mio padre.
Sorgente di vita e di creazione.