
“Che ne diresti se mi tagliassi i baffi?“
Non pensavo che la scrittura di Carrére potesse diventare così angosciante. Un labirinto assurdo di follia.
Ho cominciato a leggere questo romanzo breve spinta dalla voglia di trovarvi qualcosa di leggero e ben fatto allo stesso tempo, ma di leggero ho scoperto esserci davvero poco.
Mi ha ricordato Pirandello e quello che si nasconde dietro una storia apparentemente lineare e ordinaria.
Forse mi ha rievocato i suoi mille volti e quello che c’è dietro alla nostra immagine quotidiana.
Un labirinto, come vi dicevo, dal quale è difficile trovare la strada di uscita, in cui ci si perde ad ogni angolo nascosto e si grida “Aiuto” al nostro viso riflesso.
Una tortura.
Alla fine mi sono venuti i crampi. Dolori alle articolazioni per il desiderio, irrealizzabile, di scappare via.
Per tutta la durata della lettura mi sono chiesta “avrà ragione lui o Agnes”? Chi guarda, ma non osserva? Chi vede, ma non capisce?
A volte non resta che la fuga, e anche quella, spesso, non porta da nessuna parte.
Forse ci si libera giusto il tempo del viaggio.
Appena finito quello, ci si ritrova comunque soli, con i propri baffi.
Luna