L’amurusanza

<<Quindi lei ha confidenza con l’anima?>> disse. Rise, la Piangimorti, e ridendo disse: <<Ho una stanza, a casa mia, che è tutta sua>>.<<Sta dicendo che la sua anima ha una stanza tutta per sé?>> domandò incredulo. <<Una stanza magnifica, sissignore. Mi fanno pena gli altri, quelli che la buttano dove capita prima, ché l’anima è la parte più preziosa di noi e perciò abbisogna di un luogo adeguato>>.

A quasi un anno dall’incontro con Tea Ranno ho deciso di leggere il suo libro che tanto la rappresenta.
Un incontro memorabile e un libro che odora di buono.
Sarà che la Sicilia fa da sfondo, ma credetemi, non è per quello che ne parlo.
È un romanzo fatto di incontri.
Anche se i personaggi si conoscono tutti – perché cittadini dello stesso paese – in un dato momento delle loro esistenze cominciano a cambiare le loro abitudini ed è come se si incontrassero davvero per la prima volta.
E cominciano a conoscersi.
Entrano nelle loro case, dove non si può nascondere la propria intimità e dove ci si riunisce tutti attorno ad un tavolo per condividere i piaceri della buona cucina.
Cominciano a cadere i pregiudizi, ci si aiuta a vicenda, tutti si danno da fare.
Che bel mondo è questo, fatto di amurusanza, privo di menzogne.
Non so perché, ma l’atmosfera di questa storia mi ha tanto ricordato quella di “Chocolat” e di quel paesino sperduto della Francia.
Anche lì nasce un ritrovo di amici che si tengono per mano, combattendo chi li perseguita, uniti nella loro sorte.
Anche lì una donna li riunisce tutti e trova il coraggio di portare avanti un cambiamento.
Dunque, evviva i ribelli, gli ostinati.
La gente semplice che vuole “cambiare il mondo a colpi di poesia”.
Luna

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Tutto ciò che vi devo

Questo delizioso libricino fa parte di un allegro quartetto composto da grandi autori che per l’occasione sono diventati tascabili.
Si tratta della Cassetta Rossa curata da L’ORMA editore, quattro libri spedibili.
Virginia Woolf era una grande donna. Passionale, volitiva e colta.
La sua casa diventava un grande salotto ed era pronta ad ospitare intellettuali e amici del tempo.
Era tutto un chiacchiericcio e la scrittrice amava circondarsi delle sue amiche, le adorava più di tutti.


“Toglietemi l’amore per gli amici e il sentimento bruciante e continuo dell’importanza, dell’insondabilità e del fascino della vita umana e non sarei altro che una membrana, una fibra, senza colore e senza vita, buona solo per essere buttata via come una deiezione”.


Virginia è una donna curiosa, incline al pettegolezzo anche se in maniera maldestra.
Più di tutto ama essere amata dalle sue donne, amiche del tempo, e nutre l’amicizia come si fa con le piante di un giardino prezioso.
“Solo le donne stimolano la mia immaginazione “.
In queste brevi ma appassionate lettere la Woolf dimostra il suo innato talento, e ci regala l’immagine di una donna autentica, vogliosa di far valere il suo genere portandolo fino agli organi più importanti dell’università di Cambridge, per farne parte attivamente.
Venite a scoprire la donna, la scrittrice e l’amica che si cela tra queste pagine.
Luna

La porta

porta
Magda Szabò scrive davvero benissimo. 

E’  strepitosa, la sua scrittura scivola via e rimane in mente in maniera indelebile. Come i suoi personaggi.
Emerenc è una donna che non si dimentica, attraversata da un passato doloroso che marchia dentro come un tatuaggio di fuoco sulla pelle.
Protagonista del suo tempo con i suoi molteplici comportamenti di solidarietà umana, sorella difficile da sostituire, per tutti.
La porta come un varco di confine, un muro apparentemente invalicabile.
Il mondo della vecchia signora è stato costruito piano piano in mezzo a una sorgente di segreti immutati, la porta per lei rappresenta lo svelamento di questa realtà e la fine di un sogno di isolamento. 
L’altra invece è una donna che non ha confini, avvolta da un velo sottile di socialità, vende la sua vita come se fosse caramella dolce per tutti. Scrive valanghe di parole senza maschere o vetri oscuri, la sua relazione con il mondo è aperta a tutti, senza paure.
Presto i due mondi si scontreranno, sarà guerra aperta di universi inconciliabili, eppure vicini.
Tutti noi staremo a guardare inermi.
Tra rimpianti, paure e delusioni, tra rabbia nascosta, tra i desideri di comprensioni.
Staremo accanto a queste due donne così diverse eppure legate.
Tiferemo per loro, per la loro lenta rinascita al mondo.
Le vorremo bene. Pregheremo per loro.
La porta è fatta di simboli e significati vivi.
La porta è uno sguardo dentro la coscenza, dentro tutto ciò che non vogliamo vedere.
La porta è un muro che può essere valicato se così vuole l’amore.
La porta può essere un luogo di incontro, dentro e fuori si può trovare la forza di dipingere il muro che separa le due vite. 
Perchè è lo stesso muro fatto da due pareti diverse che costituiscono l’insieme.
Quel muro che a volte non si può attraversare se non con il bisogno di amare.
E il bisogno di essere amati.
Luna

Uomini e topi

topi
Racconto capolavoro.

Da leggere, assolutamente.
E’ la storia di due uomini, della loro amicizia e della separazione.
Esperienza da fare, viaggio da condividere.
Sono gli anni in cui si moriva di fame, i lavoratori andavano alla ricerca di un posto in cui fermarsi e di una vita da raccontare.
I tempi bui della fatica fanno da sfondo verso i passi dei due protagonisti che convergono verso una fattoria che offre una scappatoia dalla fuga.
Uno esile e sveglio, l’altro grosso e taciturno.
Uno che lavora con la lingua, l’altro con le mani spezza l’esistenza.
Campioni per un giorno, tessitori di sogni.
E’ un romanzo fatto di speranze, verso la realizzazione di un desiderio comune.
Possedere un pezzo di terra rappresenta la libertà da una schiavitù fatta di comando e sudore.
Evitare la lite, sopportare oltre ogni limite pur di raggiungere la libertà.
E, anche se per poco, ci ho creduto veramente, seppur un tremendo destino veniva annunciato da tempo.
Ci ho creduto per un attimo, come ci hanno creduto loro.
Non ci ho creduto più, quando il presagio della fine incombeva dietro l’angolo.
Non ci abbiamo creduto mai, abbiamo solo sperato che finisse quanto prima.
E la fine è arrivata. In anticipo.
L’abbiamo vissuta con loro, con entrambi.
Mentre l’altro parlava e si scusava nel vento.
E il suo amico sognava con il volto attento.
Entrambi celavano un segreto.
Entrambi morivano sul colle dell’attesa. E del dolore.
Luna

L’amica geniale – La saga

geniale
Sono sicura che la maggior parte di voi ha cominciato a seguire la serie de “L’amica geniale”, in onda sulla Rai.

Diversi di voi avranno già letto la saga.
Pochi davvero, sono sicura, saranno rimasti all’oscuro del fenomeno che ruota attorno alla scrittrice Elena Ferrante.
La sua scrittura ha davvero fatto scalpore; esiste, non esiste?
Mi sono disinteressata alla reale paternità dell’opera e mi sono buttata, invece, nel pieno della sua lettura.
Mi sono fatta trascinare e sono arrivata fino a lì, fino a Napoli.
Dove tutto parte e tutto torna.
Dove vi è l’inizio e la fine delle cose. La Napoli oscura, ma mai nascosta.
La violenza fa da contorno, l’amicizia di Lila e Lenuccia ne riempie tutti gli spazi.
Una storia vera, inventata, che importa.
Un amore intenso, un inno alla vita e alla sua libertà.
Un canto alle donne. Deboli e forti. Luce e tenebra.
Voglio farmi riempire da queste immagini, di bimbi che si stringono la mano e affrontano il Male senza macchia nè paura.
Voglio godere della luce di Napoli e del suo mare che avvolge le difficoltà.
Voglio crogiolarmi fra le strade del rione per poi ritrovarmi a Firenze, Milano, Pisa.
Una storia di coraggio e di fallimenti, la storia di una vita.
La vita di queste due anime vicine nell’amore verso la libertà e l’emancipazione.
Fragili di fronte ai legami e alle paure.
Voglio augurarmi di essere quell’amica geniale e di averla, per ciò stesso, individuata nell’altra e portata con me nel tempo.
Auguro a voi di passare, insieme alle vostre di amiche geniali, un Natale sereno, in musica e canti.
E che le nostre famiglie possano trovare la pace che meritano.
E una serenità che sa di vivace armonia.
E di amore ritrovato.
Luna

Le assaggiatrici

hitler
Di Hitler, si potrebbe subito aggiungere.
Sì, è incredibile pensare che ai tempi della seconda guerra mondiale ci fossero persone costrette ad immolarsi per preservare la salute del Fuhrer. Donne.
Venivano scelte tra le tante. Mangiavano per non morire. Per poi morire.
Il veleno poteva essere letale, ma dovevano scovarlo.
Se ne era pieno il cibo del comandante loro dovevano trovarlo. 
Donne come la massa. Donne come spiriti latenti.
Si possono rinnegare le proprie convinzioni in vista di un bene più grande?
E se il bene in questione è quello della Nazione, si possono voltare le spalle al proprio popolo?
“Quest’uomo salverà la Germania”, ma distruggerà le loro anime.
L’amore non conta più nulla, il corpo ormai uno strumento per morire.
Cibarsi per fame, per necessità e trarre il nutrimento da quello che fa più male.
Rosa è una donna che sogna il ritorno del marito, sposa senza sposo, torturata dal dolore della probabile scomparsa del congiunto e costretta a mangiare per non morire.
Il suo “lavoro” è dare linfa al paese, alla sua gente.
Il romanzo è tratto dalla reale storia di un’assaggiatrice di Hitler che prima della sua morte ha reso nota la vicenda che  l’ha coinvolta per vari anni della sua vita.
La carne non piaceva al comandante, provava pena per gli animali uccisi.
Mangiava molta verdura, faceva attenzione a qualsiasi cosa venisse ingerita dal suo corpo.
Un racconto intriso di paura, del terrore di quegli anni di disperazione.
Dove affiora un senso di morte e di vita.
Dove la speranza lascia il posto alla rassegnazione.
E la luce viene spenta dal pianto senza conforto.
Luna

Non lasciarmi

non2
Mai storia mi è stata così dolce ed intensa.

Magica. Fatale.
Dinamiche poco divertenti nonostante siano raccontate da essserini, poco più che ragazzi.
Amicizie profonde e pronte  a sciogliersi, così tiepidamente forti.
Amori che sbocciano con il vento di primavera.. lente.. lente.
Ci troviamo in un collegio inglese, uno dei tanti.
Molti studenti si danno da fare per conoscere, diventare adulti e riuscire a realizzare delle opere degne di nota. 
Sognano. Come tutti.
Poi in un giorno come tanti tutto cambia e la vita diventa incerta e crudele.
Ospedali, donazioni, vita e morte.
Qual è il vero scopo della nostra esistenza? 
Per cosa siamo stati messi al mondo?
Le guerre e le rivoluzioni contano poco se alla fine abbiamo un ripiego ai nostri mali.
Anche a quelli incurabili.
Eppure l’amore conta. Conta sempre.
Anche tra due corpi che forse non nascondono un’ anima.
Tra due esseri che provano emozioni.
Conta davvero tra due corpi che l’anima la nascondono bene.
O che non la nascondono affatto.
Conta davvero e ha un suo peso.
Il peso del vuoto.
Quando il cuore smette di dare è davvero la fine.
E i ricordi d’un tratto si spezzano, sembra quasi di non aver vissuto.
Poi, all’improvviso, riappaiono nitidi, le ombre, i silenzi.
E la mente reclama i pensieri.
E il cuore il suo folle amore.
Luna

Il weekend

cameronSe vi piacciono i romanzi ricchi di dialoghi e battute, questo allora fa proprio al caso vostro.
Cameron è una sorpresa per me. L’ho scoperto da poco.

Ho apprezzato il suo stile semplice e, a tratti, quasi rude.
Crudele forse.
La storia si svolge tutta in un weekend. Uno fra tanti.
Di commemorazione e dolore.
Di intensa memoria.
Una storia d’amore fra mille. Tra uomini.
Una cruda relazione che si sgretola nella morte. Una rinascita.
Noi spettatori osserviamo ignari l’evolversi della memoria.
E un dolore che non strazia. Ma logora dentro.
Alcuni pensano che valga la regola del “chiodo scaccia chiodo” per riuscire ad andare avanti, illesi da una mancanza sopravvenuta.
Altri ci muoiono davvero dentro quel vuoto.
Una regola non esiste. Non una per tutti.
Lentamente ci si accorge che bisogna andare avanti. Che la vita non ti aspetta.
L’amore ritorna a sbocciare come un fiore che, a volte, inevitabilmente appassisce.
Un giorno, spesso, non significa niente. Un’ora, invece, può dare tanto.
Le pagine si susseguono verso una fine che non esiste.
Non è concepita nella storia.
La speranza invece può ritornare furente.
E le immagini del domani ancora copiose. E calde.
Luna

La canzone d’amore di Queennie Hennessy

nataleLettera d’amore di altri tempi. Aria che profuma di freschezza.
Nonostante l’età. Malgrado tutto.
Raccontare una vita non deve essere facile. Soprattutto per una donna che non ha più molto da vivere e alla quale non resta che Aspettare.
No, lei non attende la morte, sovrana di ogni esistenza. Lei aspetta lui. Il suo Harold.
Chi non lo conosce ancora imparerà a capirlo attraverso le parole della sua eterna innamorata che, alla fine di ogni tempo e al termine della sua esistenza, rivive –  tramite emozioni e ricordi – una vita piena di attenzioni, paure ed eterni mutamenti.
Harold è così, regala attimi di felicità e naturalezza senza neanche accorgersene.
Perchè è speciale. Semplicemente unico.
E chi incrocia il suo cammino non può fare a meno di notarlo.
Ma non voglio parlarvi di lui. E’ lei la nostra guida adesso. Queennie. Una giovane donna piena d’amore. Un’anziana signora ricca di ricordi. E di amore. Quello non cambia mai. E’ eterno, come l’anima.
Attraverso le sue mani e i suoi occhi ci porterà a vivere profonde disattese ed umane sconfitte.
Ci condurrà per vie impervie e montagne alte fino al cielo. E non c’è una fine. Tutto rimane sospeso.
Non sembra il secondo capitolo di una storia già scritta. 
In realtà è un racconto completo ed intatto, in grado di camminare da se’ verso un’esplosione di leggerezza. Proprio questo ci vuole a Natale. La vita che continua nella realizzazione di un attimo.
Perchè aspettare non vuol dire necessariamente fermarsi, annullandosi.
Aspettare può portare al rinnovamento e alla scoperta. Ma in fondo, a volte, sedersi in attesa di qualcosa può significare  tanto.
E trovarsi davanti la speranza del domani, può valere davvero la pena.
Buon Natale di cuore. Che ogni vostra attesa non sia vana.
Luna

Il mio articolo e tanti altri sul nuovo magazine di Natale! Date un’occhiata:
http://scriveregiocando.it/natale14.html

natale 2

La luna e i falò

download (1)Profumo amaro di terra bruciata.
Silenzio forte di una luna cangiante.
Racconti di una vita passata…

Pavese aveva molto a cuore la sua ultima creazione, e io capisco perchè.
Tutto ha l’aroma di un’esistenza vissuta con la voglia di cambiare, di dare un senso a tutto questo.
Le montagne che fanno da ostacolo ed invogliano quel lento navigare.
Padroni e signori nella continua lotta per l’affermazione del potere.
La guerra, scenario immutabile e agghiacciante.
L’approccio alla lettura non è semplice. Affatto.
Parole dall’odore profondo ed intenso.
Misteri legati all’adolescenza.
Ad un mondo visto dalla parte dell’orfano. Dell’emarginato.
E poi l’America. La salvezza di pochi. La rinuncia di tanti.
Un paese che ancora aspetta.
Il racconto di chi ha avuto il coraggio di partire.

Gli occhi di chi non se n’è mai andato.
La voglia di riscatto verso chi ti ha trattato come bestia nel suo recinto.
L’amarezza di trovare un mondo che ha cambiato i suoi colori e la sua forma.
Una vita che raccoglie quello che l’esistenza è pronta ad offrire.
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Non ditelo a me…
Che quando ci sono mi sta stretto. E quando sono lontana mi manca.
E so che è sempre lì pronto ad accogliermi.
Come le braccia di mio padre. E le grida di mamma.
Luna