E’ stata rinchiusa in un manicomio per dieci anni.
Anni di sofferenza e di rotture. Anni di disperazioni.
In quegli anni è riuscita ad innamorarsi, a concepire un figlio e a partorirlo.
E’ riuscita a gridare con tutte le sue forze il dolore che si portava dietro.
E’ riuscita a soprevvivere per riscoprirsi più donna di quello che credeva di essere.
Lei è Alda Merini e questa è la sua storia.
Poco più che bambina, e con due figlie già in famiglia, è stata rinchiusa in un manicomio dove usavano l’elettroshock come cura per la guarigione e la psicanalisi come rimedio per le anime. Quest’ultima è riuscita a salvarla da quell’inferno fatto di camici bianchi e sorrisi senza pietà.
Ha vissuto intensamente una storia d’amore con un malato poi trasferito in un’altra struttura.
Ha partorito una bambina che non ha mai visto.
E’ conosciuta come la poetessa “diversa”, la pazza della porta accanto.
Ha vinto numerosi premi, ha continuato a vivere.
Conoscere la storia di questa donna mi ha portato ad un livello di sublimazione assoluto.
Mi appare eterea, eterna.
La sua esperienza entra dentro le tue ossa e circola nel sangue come i vizi che ci portiamo dietro.
Lei è stupenda, magnifica.
La sua arte non è solo sacrificio ma speranza per tutti.
“Perchè la pazzia, amici miei, non esiste. Esiste soltanto nei riflessi onirici del sonno e in quel terrore che abbiamo tutti, inveterato, di perdere la nostra ragione”.
Luna
anni
L’urlo e il furore
Un romanzo corale, delirante.
Voci confuse si intrecciano alla ricerca di una verità narrante.
Tutto possiede dei sottili risvolti, volti di paura e anime piene di terrore.
La prima: bambino cresciuto, legato ai ricordi che lo riconducono alla sorellina. Voce spezzata dalle illusioni perdute. Campi di grano incolti.
La seconda: ragazzo ossessionato dalla verginità della sorella, emblema dell’onore della famiglia da sostenere e proteggere ad ogni costo. Cuore squarciato da una sofferenza estrema. Suicida.
La terza: uomo crudele, cresciuto contro la sua volontà da un padre ubriacone e una mamma malata. Sarebbe voluto diventare una persona diversa, è irrealizzato. Si appropria di qualcosa non sua che alla fine gli viene rubata. Egoista e morbosamente arrabbiato con il suo sangue.
La quarta: domestica nera. La madre di tutti, testimone del tempo. Modello di donna e famiglia del passato. Voce dei cuori degli altri. Rivelatrice di virtù e di ricordi persi negli anni.
Mancano le parole di lei, dell’eterna Caddy.
Lei come protagonista ha un ruolo dominante: apparire sempre e non parlare mai.
Lei, la dannata.
Procreatrice di disastri, femmina ribelle. Troia per tutti.
Scapperà nel nulla, tornerà per ferire, sparirà di nuovo.
La storia di questa famiglia saprà stupire oltre ogni dubbio iniziale.
Bisognerà oltrepassare la scrittura difficile da concepire, aldilà di una frase interrotta, fuori dal delirio dei protagonisti.
Alla fine, incanta.
Tra urla e stupore.
Tra grida e tremore.
Luna
Berta Isla
Questa è la storia di un matrimonio.
E’ il racconto di un’assenza, della lontananza fatta dai segreti, della distanza di un amore.
E’ la vita di una donna e di un uomo, una strada che inizia insieme e finisce insieme.
Le voci narranti sono due, forse tre.
Berta, Tomas, e il terzo presente nelle pagine, che è il narratore, che è l’autore.
Ma la storia viene narrata da loro, da coloro che stanno insieme, si sposano, si allontanano, si perdono e si ritrovano.
Una famiglia come tante, due bambini e tante incertezze di una vita insieme.
Ci si abitua a stare soli, ma ad accettare che il marito scompaia forse no.
Sono i dettagli a rendere viva l’immagine dei protagonisti, il silenzio fa da cornice.
Berta Isla sposa il fidanzato dei suoi sogni, conosciuto da sempre, legame del cuore.
A poco a poco comincerà a sentire il rifiuto della verità, le assenze che appaiono come ombre dell’anima, il gelo del letto, le parole non dette.
Dove mai andrà Tomas per tutto questo tempo?
Chi è veramente?
I tradimenti fanno male, le verità scomode ancora di più, ma quello che davvero ferisce è l’omissione.
Il non detto, la ricerca della vera identità.
Perchè aspettare, chi, in fondo?
Questo romanzo fa breccia nei cuori, esclude la noia.
E’ una voce bellissima di donna che aspetta, come una moderna Penelope, ignara di tutto.
Aspetta, accetta.
Berta vi trascinerà dentro la sua vita, i suoi dubbi diventeranno le vostre paure, e le vostre certezze.
Parole travolgenti, trama che afferra.
Un pensiero ancora a coloro che sono costretti, a quelli il cui senso del dovere è più grande della felicità.
A coloro che sono stati ingannati, a chi si sente vivo nella duplicità.
E a tutti quelli che si sono visti privare dell’amore della quotidianità, della resa alle abitudini del tempo, al calore del possibile.
A tutti loro Marias offre un romanzo doloroso, che acceca paurosamente.
Di una luce immensa.
Luna
Il peso della farfalla
Una conferma.
Che la natura è migliore dell’uomo.
Della natura dell’uomo.
Cacciatore. Traditore. Assassino.
Una coscienza venduta all’ossessione. Al sangue.
Un Re. Tale in tutto il territorio. Per tutti i suoi discepoli.
Un signore che aspetta il suo momento e gli va incontro.
Spietato. Crudele la mano che lo uccide.
Immobile. Grandioso, un cuore che continua a pulsare.
Una lotta che non vedrà due combattenti.
Ma uno solo. E non sarà l’uccisore.
Perchè gli animali capiscono il presente e vivono dentro esso.
Gli uomini no, non ne sono capaci.
Vivono in una infinità di ricordi e non carpiscono gli attimi appena passati.
Proiettano la loro esistenza in un futuro incerto e tetro.
Non sentono gli odori nell’aria.
Sono solo pronti a far fuoco.
Pronti a uccidere questo presente.
E poi c’è lei. Una farfalla.
Vola leggera intorno alla rovina.
E poi si posa furente ed esperta.
Pulsante ed indomita.
Lei si che ha capito da che parte stare.
Luna
I pilastri della terra
Il sole mi accarezza il viso e arrossa la mia pelle.
La luce rischiara l’aria profonda attorno a me.
Ho voglia di stimoli ed energia. E’ estate.
Ecco che mi ritrovo catapultata nel Medievo.
Tempo di lotta e di guerre.
Carestia e fame.
Soldati e Madonne.
Frati e cavalieri.
Se non amate l’avventura lasciate stare, non è per voi.
Oltre 1000 pagine di emozioni ed avvenimenti.
Muri immensi, nuove costruzioni.
Al centro di tutto lei: La Cattedrale.
Signora severa ed esigente. Pietre che non perdonano.
Uomini dai capelli rossi che si susseguono nel tempo.
Nascite e morti. Violenza e desiderio.
Misteri.
Ho temuto fermamente di non ricordare chiaramente tutti i personaggi. Troppi per un solo libro.
E invece eccoli tutti distinti e forti, impressi nella mia mente.
Ognuno con una storia da raccontare. Anni che vanno via nel tempo.
Ed ancora la forza ed il coraggio delle donne si impone prepotente tra gesti e rovine che non lasciano via di scampo.
Finchè arriva la notte e cala il silenzio.
Finalmente il riposo.
Buone giornate di luce.
Luna
Pantera
Cosa si saranno mai detti, tra di loro, seduti a quel tavolo buio e isolato?
Presto detto. L’arcano mistero mi viene svelato alla fine del racconto.
Ma l’amarezza rimane dentro. Classico di Benni.
Ti fa amare la sua protagonista e poi, in un attimo, vorresti prenderla per il collo.
Perchè non si è fatta avanti ugualmente? Come farsi scappare l’opportunità della felicità?
Non c’è niente da capire. Nessuna spiegazione.
In effetti, molti di noi amano prendere la vita per come viene, giorno per giorno…
Accettano il destino, per quanto contorto e crudele.
Semplicemente rassegnandosi.
Altri, come Aixi invece, lottano duramente contro la morte, cercando di strapparla ai giorni sofferenti.
E alla fine, magari ci riescono. O forse no.
Forse è solo un combattimento infinito, una guerra senza pari, una lotta disperata.
Giorni difficili e tragedie immense si nascondono dietro anime immobili che cercano di entrare nel pulsante vivere delle ore inquiete.
Immancabile l’epilogo. Contorto e duro.
In Benni amo profondamente quello che riesce a creare con poche parole.
Costruisce mondi inadeguati e terribili, mettendoci dentro cuori che rapiscono e rubano istanti di energia e purezza.
La vita vera dentro lo sporco del domani.
Vorresti tendere la tua mano. Aiutare a comprendere come vanno le cose.
Ma ad un tratto ci si perde. La logica non esiste più.
La paura del mondo sembra irrazionale, esagerata.
E alla fine, il giusto esiste.
Impossibile, ma giusto.
Luna