Le avventure di Pinocchio

Mio amato papà Geppetto,

dopo anni e anni di vita vissuta, dapprima come bimbo burattino e dopo da bimbo vero, posso davvero dirti che ne è valsa la pena. Vivere è un’esperienza unica.
Grazie al tuo amore sono riuscito a vedere il mondo in maniera diversa, anche attraverso i tuoi occhi.
Mi hai dato gli strumenti per capire da me cosa è bene e cosa è male.
Ho capito cosa significa soddisfazione dopo il lavoro, e cura della propria persona quando ci si vuole bene.
Il tuo amore ha alimentato la mia anima giorno dopo giorno e mi ha guidato in ogni mio gesto quotidiano.
Ho imparato a sacrificarmi per chi amo, esattamente come hai fatto tu per me per tanti anni, ho imparato a reagire al dolore quando non era tempo di mollare la presa.
Mi hai insegnato a combattere per raggiungere i miei obiettivi, per la mia autonomia, per non dover mai dipendere dagli altri, per essere libero di pensare con la mia testa.
Grazie al tuo esempio adesso so cosa significa lasciare un segno nelle vite degli altri, so cos’è il rispetto, so darlo e pretenderlo.
Ti ho visto soffrire alcune volte, le tue lacrime mi hanno insegnato a lasciarmi andare, ad accettare quello che non posso cambiare, a cedere alla sofferenza quando è giusto abbracciarla per andare avanti.
Amato papà Geppetto, adesso ho 40 anni e so che la mia vita è tracciata sulla tua anche se svolgo un lavoro completamente diverso dal tuo, anche se la mia realizzazione è arrivata nella mia esistenza in maniera differente rispetto alla tua.
A te devo la mia completezza, il mio essere io, libero di essere come sono.
A te devo i passi che sto tracciando, che ti dedico ogni giorno.
Nonostante il vuoto che sento in ogni giornata della mia esistenza, a te devo l’amore che continuo a provare nei confronti della vita.
Il tuo figliolo continuerà a tenerti vivo dentro il suo cuore.
Il mio cuore, mai senza di te.

Il tuo Pinocchio

Lettera di una figlia/o al proprio padre (auguri per domani papà)
Luna

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Peter Pan

peter-panEsordio di felicità. Un attimo ed eccola.
Uscendo dall’aula in preda alla soddisfazione.
Richiamata per il verdetto. 
Non si riesce ad assaporare veramente quello che è successo e sembra quasi un sogno.
Niente incubi stanotte.
Ed è per questo che ho pensato, ancora una volta, di portare una favola davanti ai vostri occhi.
“Vedi, Wendy, quando il primo bambino scoppiò a ridere per la prima volta, la sua risata si ruppe in mille frantumi che si sparsero saltellando tutto all’intorno, e questa fu l’origine delle fate”.
E della follia, e della speranza. Dei racconti.
Da domani inizia la vita vera, quella sudata che, a volte, fa paura.
Sono pronta, senza inutili voli pindarici.
Sono pronta a vivere davvero.
A sbagliare, a dubitare, a non retrocedere.
Finalmente la libertà.
Ne ho sentite di storie da piccola. Ne ho raccontate tante al mio fratellino.
Ma mai, una come questa, mi era stata riportata.
Nessuna colpa ne faccio ai miei genitori.
Mi hanno lasciata libera di scoprirla da sola.
E ogni giorno la brezza leggera del vento mi riporta il sussurro della vita.
L’esistenza è la vera storia.
E a noi il compito della vita vera.
E dei vari modi di essere e di esistere.
A noi la vita.
Luna

 

Foto/grammi dell’anima

animaNo, non è finita. Non sono sparita per niente.
E’ il tempo che mi ruba il mio tempo.
Il desiderio di farcela e vincere l’impossibile.
Macino libri e libri di storie, di vita, di mondo e abitudini.
Ci provo a farlo diventare il mio lavoro.
E mentre vi guardo trascinarvi dietro l’estate e la sua luce, mi impegno a non  oscurare troppo la voglia di leggere oltre le linee del dovuto.
Un scrittura dolce, giusto per fare riposare i miei occhi stanchi.
Favole per adulti, per bambini e cuori attenti.
Il mio augurio è non perdere mai la sottile fantasia che circonda l’esistenza.
Io la coltivo ogni giorno. Assiduamente.
Niente va tolto mentre continuo a creare le immagini che si perdono negli anni.
L’amore è un continuo. Cambia nel tempo, ma non si distrugge.
La tenerezza della semplicità impegna la mente che ha bisogno di pace.
Quanta voglia avevo di condividere con voi questo momento di prova.
Lo faccio come so farlo io. Con i libri e le parole.
Guardo il cielo sperando che accada qualcosa che possa rendere speciale le mie giornate.
Poi mi accorgo che di speciale c’è la propria esistenza.
Anche se faccio qualcosa di difficile e snervante.
Nonostante mi porti al sacrificio, anche se non totalizzante.
Mi accorgo che, a volte, ciò che leggo si mischia a quello che faccio. E che credo.
E le fiabe esistono ancora.
Lette sotto un caldo ombrellone e un sole cocente.
O al buio, in una stanza isolata nel tempo.
Le favole ci sono ancora per noi.
Basta raccoglierle.
Nel pugno, se guardo bene, racchiuse tra le mie dita, le vedo ancora.
Luna