Saramago è sempre una garanzia.
Anche quando fa dell’ironia, quella vera.
Anche quando parla di religione a suo modo e fa venire in testa mille domande.
E’ uno scrittore completo, ha una penna brillante, uno stile unico nel raccontare e delle buone storie da vendere. Uno dei miei scrittori preferiti.
Grazie a questo romanzo faremo un viaggio nel tempo con Caino, sì, proprio con lui, con colui che per primo ha inventato la cattiveria. Il male verso un altro uomo.
Non so che effetto farà a voi, ma io mi sono schierata dalla sua parte ad un certo punto del racconto.
Faremo la scoperta di un Dio ambiguo, tutti gli episodi del Vangelo verranno setacciati e analizzati al fine di comprendere.
La natura di Dio è davvero così tollerante e generosa?
Perchè il nostro Creatore mette così a dura prova le sue creature, quasi fino a punirle duramente?
C’è tanto su cui riflettere, mille modi di prendere posizione e cambiare idea.
Saramago è tenace nel punzecchiare il lettore, lo porta fin dove vuole lui per poi abbandonarlo in una solitudine urlante.
Si chiama arte, e lui è capace.
Non ci si annoia durante il percorso, è una pioggia scrosciante, un tempo incerto.
Mi piace volare insieme a lui, e adoro l’atterraggio.
Astrazione in mezzo alla realtà.
Probabilità intorno alla fantasia.
L’effetto è proprio quello che si cerca e ricerca per tutte le pagine dei libri: introspezione, riflessione, e infine, rivoluzione.
Luna
fratello
Invisible Monsters
Storia crudele fatta di incredibili verità.
Un viso rovinato dalla paura e dalle aspettative di vita.
Una bellezza che fa male, un amore che uccide.
Una modella perde il suo fascino per via di un colpo di fucile.
Non ha più mascella, la sua debole lingua pende all’infuori come una bandiera che si muove al vento.
Uno specchio rotto che non riesce più a riflettere.
E poi il fato aiuta due destini fatti per incontrarsi: donna sfregiata e donna creata.
Anime fatte di pura energia rovinosa, vite tristi di esistere, corpi stanchi di apparire.
Voglie invisibili, desiderio di sparire nel nulla tra tanti visi uguali, intatti, come dal nulla creati.
Speranze infrante, legami ritrovati, eventi ripetuti nel tempo.
Il linguaggio di Palahniuk è asciutto, pulito, grida lacrime.
La vicenda si complica, poi si assottiglia e infine si delucida come uno spiraglio di luce che rischiara gli attimi di eternità.
L’attrazione fra due anime può essere fatale, il feeling veloce e duraturo. Ritrovato.
La società moderna mette tutti a dura prova, si chiede tutto, sempre di più.
Le capacità sviluppate negli anni non sono mai sufficienti, ci vuole altro, altro ancora.
La bellezza eterna non esiste, quella duratura deve avverarsi.
Chi non è all’altezza della prova non lo sarà mai, chi lo è deve esserlo per sempre.
L’umanità non esiste, solo la perfezione e le oscenità devono rimanere nel tempo.
Chi è provato dal mondo e dalle delusioni può cercare di realizzarsi tentando di imboccare la strada più giusta.
Può cercare i legami.
Può piangere o mollare.
Oppure spararsi un colpo in faccia.
Luna
Trauma
Quando ho letto che il padre lavorava come psichiatra nel manicomio criminale di Broadmoor, non mi sono più chiesta perchè Patrick McGrath ha scritto opere così folli e complesse.
Da un giovane che passa gran parte dell’infanzia in un posto pieno di “pazzi”, cosa ci si può aspettare.
Praticamente tutto quello che scrive.
E io non me ne lamento affatto.
I thriller psicologici riescono a prendermi l’anima e la concentrazione.
La storia si intreccia ai dolori intensi delle anime e delle menti.
E non esiste più il bianco. E il nero.
Vivono insieme immense sfumature, che riempiono i “perchè” affollati della propria testa.
Non ho mai conosciuto una persona che ha nascosto in sé un trauma, terribile e intenso, che ne ha consumato la sua essenza e i suoi bisogni.
Nel romanzo invece di cattivi pensieri ce ne sono tanti. E difficili.
L’amore non è sempre così forte da riuscire a superare drammi e incomprensioni.
Le perdite si fanno sentire urlanti e distruttive.
I cuori reclamano il perdono.
La mente vuole solo dimenticare.
L’ansia ti assale quando non riesci a capire.
E se comprendere gli altri è il tuo lavoro… allora il dovere ti segue ovunque.
Ed è per sempre.
Luna
Le signorine di Concarneau
Nessuno come Simenon riesce ad analizzare una vita.
Grazie ad un piccolo, e a volte, insignificante episodio l’esistenza dell’uomo viene esaminata a secco e scandagliata nelle sue piccole forme e abitudini.
Un artista. Niente da dire.
Le piccole miserie dell’esistenza. La vigliaccheria. Le paure.
A volte è la storia di un’anziana coppia.
In altre invece, un giovane figlio perduto.
Questo romanzo, in realtà è incentrato su diversi rapporti.
Fratello e sorella.
Uomo e donna.
Madre e figlio.
A fare da cornice, un paese abitudinario fatto di gente tranquilla e lavoratrice.
Un pescatore che oltre ad essere un uomo maturo è anche un bambino alle prese con le attenzioni delle sorelle, padrone assolute dei suoi vizi e dei suoi amori.
Una tragedia che sarà un’occasione di libertà. Da prendere al volo. Per non morire.
Scene quotidiane di amore egoista e insano.
Affetti sconfinanti in legami possessivi e chiusi.
Forse a volte noi stessi non ci accorgiamo di come sia difficile camminare con le proprie gambe.
E’ molto più semplice poter confidare sulle scelte degli altri, quando sono gli altri a scegliere per noi.
E ad un tratto la vita ci appare vuota. Non vissuta.
Abbiamo rinunciato ad un amore perchè alla nostra famiglia non piaceva.
Oppure abbiamo abbandonato l’idea della felicità perchè urtava con il pensiero collettivo…
Quante volte siamo condizionati dagli altri. Dalla loro opinione. Dal loro assenso.
E se invece fosse più semplice spiccare il volo… allontanarsi dalla paura del consenso, della delusione.
Non è mai cosa facile. A volte il condizionamento è addirittura invisibile.
E se avessimo avuto accanto persone diverse, la nostra vita sarebbe stata sempre la stessa?
Se avessimo dato ascolto solo alla nostra voce…
Se solo riuscissimo ad urlare più forte degli altri..
E sentire veramente solo noi stessi.
Luna
Antigone
La guerra per la spartizione del regno, non è cosa nuova nella storia e neanche nelle antiche leggende dei nostri padri.
Ma il coraggio di una ragazzina che si ribella alle regole e alla tirannia…questa si che è tutta un’altra cosa!
In effetti non è la storia più allegra che mi è capitato di leggere, ma racchiude in se profondi insegnamenti e valori.
L’amore, sempre presente nella nostra vita..
La fedeltà alla famiglia e ai propri fratelli.
Alla fine dei combattimenti nessuno dei guerrieri rimane in vita.
Entrambi i fratelli di Antigone muoiono nel tentativo di impossessarsi del regno del proprio padre, Edipo, re di Tebe.
Uno di essi viene considerato eroe poiché legittimo discendente di Edipo e nuovo re di Tebe.
L’altro invece usurpatore e traditore accusato di aver cercato di rubare il trono al proprio fratello.
La giovane Antigone si ritrova sola e, quel che è peggio, non può neanche seppellire il fratello “traditore” poiché il nuovo re, Creonte, lo ha severamente vietato. Chi non merita il titolo di eroe non ha diritto ad una giusta sepoltura e il corpo deve essere lasciato a marcire nei campi sotto lo sguardo attento, e non solo, dei corvi.
Lei si ribella a questa ingiusta disposizione e verrà punita, morendo tristemente in una grotta buia.
Privata del sole muore, come tutti i fiori e le piante del nostro mondo.
Come tutti gli esseri umani.
Chi di noi avrebbe avuto questo coraggio?
Quanti di noi…
Quante volte ci nascondiamo dietro la volontà degli altri.
Ci copriamo perché incapaci di pensare con la nostra testa comodamente appoggiati ai comandamenti posti dagli altri.
A quante ingiustizie assistiamo…
Non riusciamo a far sentire la nostra solidarietà verso gli altri quando è necessario esprimere la nostra opinione.
Spesso la sorte dell’altro non ci interessa, preferiamo abbassarci ad una volontà “superiore” piuttosto che batterci per un nostro fratello ferocemente attaccato e colpito.
Figuriamoci se si tratta di un cadavere..meglio lasciarlo lì a marcire..tanto lui non sente più niente.
Se non siamo giusti fra noi esseri viventi…se non si rispetta la dignità degli altri..se non siamo noi stessi a pretendere la giusta civiltà..se non noi, CHI.
Se dovessimo celebrare solo i nostri eroi, io sarei la prima ad essere buttata lì in quel campo desolato.
Antigone diventa l’emblema della ribellione alla prepotenza.
Alle istituzioni che opprimono la volontà degli uomini.
Alle regole ingiuste che minacciano le nostre esistenze.
Forse non tutte le vite sono uguali. Forse alcune sono più importanti di altre.
Ma forse tutte sono necessarie affinché si possa apprendere sempre qualcosa in più sull’umanità intera.
E sulla nostra stessa esistenza.
Luna