
<<Quindi lei ha confidenza con l’anima?>> disse. Rise, la Piangimorti, e ridendo disse: <<Ho una stanza, a casa mia, che è tutta sua>>.<<Sta dicendo che la sua anima ha una stanza tutta per sé?>> domandò incredulo. <<Una stanza magnifica, sissignore. Mi fanno pena gli altri, quelli che la buttano dove capita prima, ché l’anima è la parte più preziosa di noi e perciò abbisogna di un luogo adeguato>>.
A quasi un anno dall’incontro con Tea Ranno ho deciso di leggere il suo libro che tanto la rappresenta.
Un incontro memorabile e un libro che odora di buono.
Sarà che la Sicilia fa da sfondo, ma credetemi, non è per quello che ne parlo.
È un romanzo fatto di incontri.
Anche se i personaggi si conoscono tutti – perché cittadini dello stesso paese – in un dato momento delle loro esistenze cominciano a cambiare le loro abitudini ed è come se si incontrassero davvero per la prima volta.
E cominciano a conoscersi.
Entrano nelle loro case, dove non si può nascondere la propria intimità e dove ci si riunisce tutti attorno ad un tavolo per condividere i piaceri della buona cucina.
Cominciano a cadere i pregiudizi, ci si aiuta a vicenda, tutti si danno da fare.
Che bel mondo è questo, fatto di amurusanza, privo di menzogne.
Non so perché, ma l’atmosfera di questa storia mi ha tanto ricordato quella di “Chocolat” e di quel paesino sperduto della Francia.
Anche lì nasce un ritrovo di amici che si tengono per mano, combattendo chi li perseguita, uniti nella loro sorte.
Anche lì una donna li riunisce tutti e trova il coraggio di portare avanti un cambiamento.
Dunque, evviva i ribelli, gli ostinati.
La gente semplice che vuole “cambiare il mondo a colpi di poesia”.
Luna