L’amurusanza

<<Quindi lei ha confidenza con l’anima?>> disse. Rise, la Piangimorti, e ridendo disse: <<Ho una stanza, a casa mia, che è tutta sua>>.<<Sta dicendo che la sua anima ha una stanza tutta per sé?>> domandò incredulo. <<Una stanza magnifica, sissignore. Mi fanno pena gli altri, quelli che la buttano dove capita prima, ché l’anima è la parte più preziosa di noi e perciò abbisogna di un luogo adeguato>>.

A quasi un anno dall’incontro con Tea Ranno ho deciso di leggere il suo libro che tanto la rappresenta.
Un incontro memorabile e un libro che odora di buono.
Sarà che la Sicilia fa da sfondo, ma credetemi, non è per quello che ne parlo.
È un romanzo fatto di incontri.
Anche se i personaggi si conoscono tutti – perché cittadini dello stesso paese – in un dato momento delle loro esistenze cominciano a cambiare le loro abitudini ed è come se si incontrassero davvero per la prima volta.
E cominciano a conoscersi.
Entrano nelle loro case, dove non si può nascondere la propria intimità e dove ci si riunisce tutti attorno ad un tavolo per condividere i piaceri della buona cucina.
Cominciano a cadere i pregiudizi, ci si aiuta a vicenda, tutti si danno da fare.
Che bel mondo è questo, fatto di amurusanza, privo di menzogne.
Non so perché, ma l’atmosfera di questa storia mi ha tanto ricordato quella di “Chocolat” e di quel paesino sperduto della Francia.
Anche lì nasce un ritrovo di amici che si tengono per mano, combattendo chi li perseguita, uniti nella loro sorte.
Anche lì una donna li riunisce tutti e trova il coraggio di portare avanti un cambiamento.
Dunque, evviva i ribelli, gli ostinati.
La gente semplice che vuole “cambiare il mondo a colpi di poesia”.
Luna

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Il giorno della civetta

«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…“.

Ho provato un’emozione indescrivibile nel leggere Sciascia.
Mi ero già affezionata alla sua scrittura ancor prima di approcciarmene e devo dire che non mi ha affatto delusa.
Opera sofisticata, degna dell’intellettuale che è stato per l’Italia, non solo per la Sicilia.
L’indagine portata avanti dal capitano Bellodi è il pretesto per mostrare ai nostri occhi la verità.
Quella verità profonda come un pozzo, mascherata dal potere e dalla borghesia ipocrita e vigliacca.
Il racconto parla della Sicilia umiliata e delusa, ma anche dell’isola che combatte e vuole andare avanti.
Un libro denuncia di Sciascia che, al contempo, mi appare una dichiarazione d’amore.
Di quelle che si fanno quando si capisce il valore di un sentimento che viene alimentato nonostante i difetti del genere umano.
L’amore che solo le radici riescono a mantenere vivo.
La speranza di cambiare una terra di sospiri.
L’illusione dell’incanto.
Da perderci la testa, afferma Bellodi.
Da amare fino alla fine.
Grande Sciascia.
Scrittura potente, da conservare nel cuore.
Luna

Diceria dell’untore

bufalino
Bufalino è un grandissimo autore siciliano.

La sua scrittura è ineguagliabile, sa di antico e di buono.
Non è per niente facile.
Ho letto questo romanzo dopo Le menzogne della notte ed ero già preparata al suo stile e al suo modo di raccontare il mondo e la sua particolarità.
La sua prosa è lirica, sembra poesia.
Alcuni mi hanno detto che occorre un traduttore per capire Bufalino.
Mi è venuto da ridere, ma forse è così. O forse no.
Ammetto di aver cercato tanti termini per capirne meglio la portata, non mi sono arresa e sono andata avanti.
L’effetto è travolgente.
La storia? In realtà è semplice.

In un sanatorio della Sicilia i malati aspettano insieme la morte.
Stanno tutti male, inesorabilmente, e cercano di condividere il tempo che gli rimane da vivere.
Tutto qui. Certo, poi si mette di  mezzo l’amore. Quello c’è sempre.
Ma come appare l’amore agli uomini quando sanno che, a breve, moriranno?
Forse sarà più dolce e tenero. Magari insapore.
Riconosco il talento di chi scrive.
Fortemente potente e naturale.
Mi è piaciuta l’aria che mi ha rimandato, il messaggio che mi è stato restituito.
Vivere come se niente dovesse accadere. Vivere come se tutto può accadere.
Morire d’amore, di vita vissuta.
Non mollare.
Non arrendersi mai.
Luna

Cortile nostalgia

cortile
Mai parole  mi sono apparse 
così belle come quelle spese dalla Torregrossa per la mia amata città.
Palermo è una donna selvaggia, al contempo elegante, da scoprire e coccolare pian piano.
Dentro un cuore che palpita di sfrenata speranza, Palermo conserva un’anima ardita e preziosa, un gioiello di raffinata storicità di valore ineguagliabile.
Palermo è sana, memore di irrequiete battaglie, con sangue rosso che scorre nelle sue vene pulsanti di vita.
Tra quelle strade vive e ribelli si annidano storie di gente comune.
Vite e amori si intrecciano nei giorni carichi di sacrificanti e laboriose scelte, attimi di giorni qualunque, carichi di nostalgia e profondo distacco.
Troveremo una famiglia dilaniata dalle mancanze di affetto, sentimenti poveri di spontaneità, gesti  rapiti dall’indifferenza e oscurità.
Padri non educati ad esternare le emozioni, madri non più donne dietro il ruolo di massaie instancabili.
Figlie pronte a cambiare il mondo per poi spostarlo solo un pochino più in là.
Mamma Africa pronta a raccogliere le briciole di un’umanità lacerata dalla inevitabile povertà, sempre più pronta ad accettare l’umile ed il diverso.
Parole e linguaggi fatti di segni e sfide.
Rivoluzioni in grado di cambiare il mondo e farlo tornare al punto d’inizio.
Tutto questo è la Sicilia, è Palermo, anima buona, è l’Albergheria, quartiere popolare dove tutto va e tutto ritorna.
Immergetevi nei sapori e nei gusti caldi della mia colorata terra.
Rinascete in un mondo fatto di buone intenzioni e tiepide virtù.
Conoscerete la magia dell’intenso e la voglia di cambiare qualcosa.
Il tutto e il niente.
Luna

 

Il figlio maschio

il figlioDa sempre mi sono chiesta perchè l’erede della famiglia deve essere considerato, veramente, il figlio maschio.
Perchè porta il cognome del padre?
Perchè gli uomini sono più capaci? Più coraggiosi?
Le risposte sono tante e tutte diverse tra loro.
Una cosa è davvero certa però: le donne nascono capaci quanto gli uomini.
E se fossero più in gamba dei propri mariti? E dei fratelli?
Inaccettabile. Troppo audace come affermazione.
Eppure la storia lo dimostra.
Non quella dei libri che abbiamo sottolineato a scuola. Non necessariamente.
Ma la vita di tutti giorni. Vissuta momento per momento.
Le donne. Esseri sublimi, delicati, ma forti.
Le storie le hanno inventate loro. E tramandate nei tempi.
Raccontate ai piccoli uomini. Insegnate alle giovani donne.
La vita siciliana è piena di odori e sapori al femminile.
Donne che si sono inventate nel tempo.
Anime in pena, pronte a rialzarsi. E a combattere.
Menti sottili e raffinate. Mamme attente e obbedienti.
E se non vogliamo accogliere l’idea della donna intraprendente e indipendente, più dell’uomo, beh, ammettiamo allora che donne e uomini sono uguali.
Scopriremo insieme che non lo sono veramente.
Impareremo ad amarli perchè diversi.
Fragili e indifesi. Forti e temerari.
Ma tutti preda delle sofferenze e delusioni.
Vittime della paura. Scaldati dalla speranza.
Perchè quella accomuna tutti.
E tutti, insieme per la strada, tortuosa ed immensa, della vita.
Luna

E a proposito di virtù e qualità, ecco cosa mi ha scritto un caro amico di blog (in altra sede):
E’ un onore grandissimo, per me, ricevere questo tuo commento. Alla tua salute, cara compagna. Che la vita e chiunque ti circonda, possa sempre mostrare gratitudine e ammirazione nei tuoi confronti per tutto ciò che hai meritevolmente guadagnato con le tue infinite risorse. Sei semplicemente mitica!! LUNAA!!
Commossa e senza parole. Grazie infinitamente Tommy.

 

La miscela segreta di casa Olivares

miscelaVoglio raccontarvi una storia.
Questa si svolge a Palermo, tra quartieri affamati e urla scalcinanti.
Una famiglia, tra le tante, si occupa di raccogliere la miscela profumata e intensa, che sgorga ogni giorno da una macchina infernale chiamata Orlando.
Una famiglia unita che dona, ad ogni donna che nasce al suo interno, il nome di un fiore e l’amore per la vita.
Ma un solo fiore riuscirà a sopravvivere alla guerra.
Una sola anima riemergerà dal buio e vincerà lo sfacelo del tempo.
Una forte emozione mi coglie impreparata tra le pagine che, lentamente appaiono ai miei occhi.
Una forte serenità ed un’immensa fragranza di vita.
Vita forte che ti avvolge e ti penetra fino alla radice.
L’amore per le tradizioni, la tenacia e il desiderio della rivalsa.
La famiglia che tiene uniti i cuori.
Gli uomini forti e fieri. Le donne sicure ed accoglienti.
Tutto questo è la Sicilia. Tutto questo è Palermo.
Una città che esce devastata, ma consapevole della rinascita.
Un polmone che non vuole mai arrendersi e che è pronto a respirare il veleno per rigettarlo come vento sulla polvere.
Ed infine, il caffè.
Fluido che inonda il sangue e spalanca i sensi.
“Pensa allo zucchero e al caffè. Sono due polveri, ma una è bianca e l’altra nera. L’una non ha odore, l’altra profuma. Sono diversi, ma insieme acquistano forza, e si mescolano solo se uno dei due cambia stato. Così è per i tuoi genitori. Se Viola non si fosse fatta liquida il giorno delle nozze, non avrebbero potuto mischiarsi.”
Luna

IL veleno dell’oleandro

oleandroAll’inizio solo confusione.
Una miriade di nomi e volti senza un’immagine ben definita e chiara.

Luoghi descritti magistralmente.
La bella Sicilia si apre davanti ai nostri occhi.

Fantasia e realtà.
Storia interessante, trama misteriosa ed elegante.
Parole leggere ed enigmatiche.
Stiamo come ad ascoltare le parole di una donna ed un uomo… essi si alternano nel racconto e ci fanno partecipi di una realtà tutta da scoprire e capire.
E magicamente è come se ci trovassimo lì… una grande villa, una famiglia non proprio unita, una donna consapevole ed ignara.
I personaggi cominciano ad avere forma dentro una storia che appare semplice, ma che nasconde una realtà viva ed unica.
Tutti i tabù cadono di fronte ad una voce che narra la propria vita “oltre le righe”, una vita piena di errori e di forti emozioni.
Compromessi, delusioni, paure…
Storie d’amore che si intrecciano. Vizi che prendono luce dinanzi la voglia di verità e chiarezza.
Pietre magiche che prima si nascondono e poi tornano a brillare.
Montagne che celano il peccato di chi vuole vivere per sempre il piacere dell’esistenza.
Non voglio rivelare nessuno dei misteri che cela questo libro ricco di passione e vergogna.
Sarebbe inutile.
Ogni cosa è concatenata ad un’altra che trascina ancora altre storie e menzogne.
Non si può parlare di Bede senza dire di Anna… o di Tommaso senza Mara.
Due corpi verso un’unico destino… il silenzio e la morte.
Potrebbe presentarsi come un giallo, ma in realtà,  fin da subito il racconto si apre verso il cammino di due esistenze schiacciate, inevitabilmente dal peso della vita.
E la verità…svelata sollo alla fine.
Bisogna leggere fin l’ultima parole per capire…
Ed in un attimo i pensieri vengono travolti dalla certezza del presagio.
E come spesso succede nella vita, bisogna accettare le scelte degli altri.
Continuando ad andare avanti.
Luna