Berta Isla

berta
Questa è la storia di un matrimonio.
E’ il racconto di un’assenza, della lontananza fatta dai segreti, della distanza di un amore.

E’ la vita di una donna e di un uomo, una strada che inizia insieme e finisce insieme.
Le voci narranti sono due, forse tre.
Berta, Tomas, e il terzo presente nelle pagine, che è il narratore, che è l’autore.
Ma la storia viene narrata da loro, da coloro che stanno insieme, si sposano, si allontanano, si perdono e si ritrovano.
Una famiglia come tante, due bambini e tante incertezze di una vita insieme.
Ci si abitua a stare soli, ma ad accettare che il marito scompaia forse no.
Sono i dettagli a rendere viva l’immagine dei protagonisti, il silenzio fa da cornice.
Berta Isla sposa il fidanzato dei suoi sogni, conosciuto da sempre, legame del cuore.
A poco a poco comincerà a sentire il rifiuto della verità, le assenze che appaiono come ombre dell’anima, il gelo del letto, le parole non dette.
Dove mai andrà Tomas per tutto questo tempo?
Chi è veramente?
I tradimenti fanno male, le verità scomode ancora di più, ma quello che davvero ferisce è l’omissione.
Il non detto, la ricerca della vera identità.
Perchè aspettare, chi, in fondo?
Questo romanzo fa breccia nei cuori, esclude la noia.
E’ una voce bellissima di donna che aspetta, come una moderna Penelope, ignara di tutto.
Aspetta, accetta.
Berta vi trascinerà dentro la sua vita, i suoi dubbi diventeranno le vostre paure, e le vostre certezze.
Parole travolgenti, trama che afferra.
Un pensiero ancora a coloro che sono costretti, a quelli il cui senso del dovere è più grande della felicità.
A coloro che sono stati ingannati, a chi si sente vivo nella duplicità.
E a tutti quelli che si sono visti privare dell’amore della quotidianità, della resa alle abitudini del tempo, al calore del possibile.
A tutti loro Marias offre un romanzo doloroso, che acceca paurosamente.
Di una luce immensa.
Luna

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Sostiene Pereira

sostieneMai articolo può essere più azzeccato di questo, proprio in virtù della terribile strage accaduta a Parigi il 7 gennaio di quest’anno.
Mai libro potevo apprezzare più di questo. In questo momento.

Pereira è un brav’uomo. Di quelli che non se ne trovano in giro.  Tendente alla pinguedine, è un tipo solitario e riflessivo. Vive nel passato.
La moglie morta è l’unica a tenergli ancora compagnia poichè il nostro amico non vuole davvero saperne di integrarsi nella realtà.
Alla fine appaiono nella sua vita un falso cronista e un medico filosofo che riescono, con estrema difficoltà e assoluta spontaneità, a tirarlo fuori da una malinconia stagnante e putrida.
Nel nostro essere esistono diverse anime, personalità, se vogliamo. Queste vengono fuori una alla volta e alla fine una sola di esse ne viene a capo, fin quando a prevalere non sia qualche altra”.
La personalità di Pereira appare goffa e stantia. Incapace di vivere ancora. Si confonde in un tempo ricolmo di idee imposte e personaggi corrotti.
Nessuna libertà di pensiero. Solo possibilità di ascolto.
E a forza di sentire e guardare, qualcosa dentro si muove e comincia a far male, gridando.
L’anima più forte e sicura allora viene fuori e prende il comando.
L’urlo di Pereira si sentirà lontano, quando lui sarà gia’ via per il mondo a godere di una vittoria tardiva, ma fruttuosa.
La libertà è facile da decantare, ma così difficile da vivere.
La paura inonda il cuore e ci rende schiavi.
Ammirevoli sono coloro che da sempre e ogni giorno la mettono in atto. La libertà.
Con i fatti, parole, matite. Con i pensieri.
Charlie è Pereira. 
E come lui rimarrà per sempre.
Luna