Tito di Gormenghast

“Poi, reggendo la candela che illuminava il suo viso e tre gradini alla volta, Fucsia iniziò l’ascesa verso il suo regno segreto.Salendo per le volute di tenebra, il suo corpo s’impregnava di trepidazioni spossanti, come una pianta al sopraggiunger dell’aprile. Il cuore le batteva da spezzarsi”.

Che storia meravigliosa è quella di Gormenghast.
Che scrittura esaltante, così dettagliata e ricca di descrizioni che non annoiano, né appaiono superflue.
Il racconto ha la sua importanza, ma ciò che risulta magnetica è l’ambientazione e la descrizione irresistibile dei personaggi che diventano i compagni di ore e ore di lettura.
Adoro i castelli, amo la fortezza di Gormenghast.
Da lì è davvero difficile uscire, soprattutto per la famiglia del Conte e per i suoi discendenti.
I rituali e le antiche tradizioni si succedono nel tempo mentre la gente di Gormenghast festeggia la nascita del nuovo erede: il piccolo Tito, bimbo destinato a regnare su tutto e tutti.
Le fiamme aiuteranno a diradare le nebbie, mentre qualcuno del castello cercherà di sabotare il destino degli abitanti, e gli antichi scultori continueranno ad arricchire le immense sale della fortezza.
Parole e parole sul destino degli uomini.
Pagine di tradizione ed enigmi.
Calma piatta. Febbre che aumenta.
Venite a conoscere gli abitanti di questi immensi saloni.
Venite ad abitare a Gormenghast.
Luna